Storie

Una storia di successo

Scrivere questa storia mi ha fatto tornare in mente una frase che ho letto tanto tempo fa scritta da un trainer del metodo Feldenkrais: Quando una persona entra nel vostro studio, voi entrate nella sua vita.

Mario (uso un nome di fantasia) è un uomo di settant’anni. Quando arriva la prima volta nella palestra presso la quale lavoro, mi sembra una persona in difficoltà e sofferente. Al primo sguardo è evidente l’espressione apatica e depressa del volto. La sua schiena sembra congelata e la sua testa è incassata tra le spalle. Camminando, anche le braccia sono fisse, e non c’è traccia di movimento nella schiena, ma neanche nelle spalle, nella testa, nel collo e nel bacino. L’equilibrio è precario, trascina quasi i piedi dando l’idea di un passo molto pesante.

Raccolgo mentalmente queste osservazioni, con l’idea di aggiungerle a quelle che farò poi, mentre svolgerò la mia lezione di ginnastica posturale con il metodo Feldenkrais.

Prima di iniziare, scambio con lui due parole e noto il tono flebile e stanco della voce. Mi spiega che ha forti dolori alla schiena e che prima di venire da me è stato da un paio di fisioterapisti. Ha preso diversi antidolorifici, ma il dolore è sempre presente. Mario è molto diffidente e scettico: non è così sicuro di poter migliorare.

Iniziamo la lezione, partendo da sdraiati a terra sul fianco ed esplorando possibilità di movimenti, svolgendoli lentamente e rispettando i limiti dettati dal dolore. Mentre si muove noto, oltre a un’importante rigidità, anche un senso di estraneità al proprio corpo, una scarsa percezione di se stesso, del movimento e una scarsa coordinazione.

Inizialmente, Mario sente un po’ di frustrazione, perché, a mano a mano che procediamo con la lezione, prende consapevolezza dei propri limiti. Lavoriamo svolgendo movimenti lenti con il bacino, arriviamo alle spalle, e via via noto che il suo respiro diventa più profondo. È un buon segno: vuol dire che sta lasciando andare qualche resistenza. Quando alla fine Mario si alza, rimane in silenzio e se ne va, quasi senza salutare. Mentre si dirige verso la porta, l’osservo e noto che è un po’ meno rigido di quando è arrivato, ma lo vedo turbato. Lo lascio andare e gli do il tempo di ascoltare ciò che ha sperimentato. Nel frattempo, spero che la lezione gli abbia regalato un’esperienza rilevante: la possibilità di sperimentare la sensazione di un movimento che ha coinvolto l’intero corpo con una qualità diversa da quella abituale.

Qualche giorno dopo, mentre mi sto preparando per iniziare una nuova lezione, compare Mario sulla porta. A parole gli è difficile descrivere le sue sensazioni, ma dice che sente di aver trovato un possibile percorso che gli può dare qualcosa di cui sente il bisogno.

Abbiamo cominciato così un percorso meraviglioso. I dolori hanno cominciato a diventare meno forti e a presentarsi con meno frequenza. Con il passare dei mesi, si accorge che, spesso, i dolori si presentano quando compie certe azioni o quando si trova in situazioni di tensione. Abbiamo impostato le lezioni per elaborare strategie per non farsi male durante le azioni quotidiane.

Mario è entusiasta delle scoperte di movimenti diventati più “comodi” e meno forzati e della rinnovata consapevolezza di se stesso.

Ora Mario ha settantuno anni e appare una persona completamente diversa da quando è arrivata. Il suo movimento, la sua postura, l’espressione del viso, trasmettono una grande vitalità e persino la sua voce appare più sicura. Mario mi ha confessato di non essersi più bloccato con la schiena e di aver ritrovato la voglia di tornare a fare passeggiate e giocare con i suoi nipoti.

Quando è arrivato la prima volta, il suo obiettivo era togliere il dolore. Intraprendendo questo percorso, i benefici che ha ottenuto sono andati ben oltre quello fissati inizialmente: tutta la sua vita è migliorata. Ora Mario ha inserito tra le sue abitudini l’appuntamento con la ginnastica posturale con il metodo Feldenkrais; quando non viene in palestra, esegue a casa un piccolo protocollo che ho preparato per lui; ha consigliato ai suoi amici di intraprendere un percorso simile; non smette di raccontare agli altri come la sua vita è cambiata dopo aver intrapreso questa strada.

Quando qualcuno entra nel tuo studio, voi entrate nella sua vita.

Fabiana Fabiani

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