Ti racconto la storia di G. che dopo un’adolescenza passata a combattere con il peso, quando finalmente ottiene la forma fisica desiderata diventa schiava del cibo.Sicuramente molti di voi pensano che chi si rivolge a un Personal Fitness Coach sia perlopiù qualcuno che ha peso in eccesso, è sedentario, ha scarsa mobilità… La sfida di questo articolo è cambiare il vostro punto di vista e raccontarvi che cosa ci sia di diverso nella scelta di un Personal Fitness Coach.Parto dall’ultima parola: Coach, che nella storia di G. è la più importante, è la chiave per il benessere.Circa 6 mesi fa ho conosciuto G. per puro caso; come spesso succede nella vita, pur abitando vicine le nostre strade non si erano mai incrociate.Abbiamo cominciato a parlare, a scambiarci ricette e considerazioni sul cibo, perché ci univa una grande passione per la cucina sana.Dopo qualche settimana ci siamo date appuntamento per andare a fare una passeggiata insieme, ed è diventata una consuetudine molto piacevole. I chilometri aumentavano, così come il tempo trascorso insieme e la nostra confidenza, fino ad arrivare al punto in cui G. mi ha permesso di diventare il suo Coach.Mi ha raccontato la sua storia, il suo rapporto con il cibo che da bambina e da ragazza l’ha privata di un’adolescenza serena e dell’autostima che merita. In perenne lotta con l’immagine che ha di sé, tanto che subito dopo la nascita di suo figlio aveva deciso di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica per migliorare l’aspetto delle sue gambe, soffre di questo malessere che è sempre lì, che non si placa nemmeno quando le persone che ama e che la ricambiano le ripetono che è bella e che è perfetta così come è.Oggi è una donna matura, in forma, intelligente, generosa che cerca un equilibrio tra il suo desiderio di vedersi “magra” per sentirsi accettata dagli altri e quello di accettare sé stessa. Ogni giorno cucina splendidi pasti per la sua famiglia con ingredienti di ottima qualità, ma nel suo piatto mette cibi diversi, ipocalorici, supercontrollati, sempre differenti.Insieme abbiamo un obiettivo molto ambizioso che non è quello di perdere peso né di incrementare il tanto allenamento che già fa, ma di cominciare a vivere lo sport come un divertimento e non più solo come un dovere, e di arrivare, un passo alla volta, al momento in cui si siederà a tavola con la sua famiglia e li lascerà tutti a bocca aperta perché per la prima volta dopo troppi anni mangerà assieme a loro un vero pasto.Un passo alla volta, un boccone dopo l’altro, sta “assaggiando” letteralmente un nuovo modo di vivere la vita, senza perdere nulla di ciò che ha conquistato con tanta fatica, ma aprendosi finalmente ad una accettazione di sé per la splendida persona che è.
Non sempre l’obiettivo è perdere peso!
02
Apr